Imprigionati in un secolo in cui tutte le espressioni d’arte hanno
avuto dignità e giustificazione individuale, in cui ogni sperimentalismo o
avanguardismo esasperato sono stati legittimati con il concorso interessato
di critici più attenti ai propri percorsi autoidentificativi piuttosto che
alla traduzione esemplare di idee e di aspirazioni, reagiamo entrando nel
XXI secolo col passo “liberato” e indicando una direzione di marcia “forte”.
Molte sono state, e ancora vivono, le manipolazioni teoriche, le
compromissioni intellettuali, le contaminazioni culturali fra le diverse
espressioni d’arte, tanto da non poter più sostenere che sia vivo un
orizzonte a cui tendere con “meraviglia” o “felicità interiore”.
E’ giunto il momento di riprendere “l’antica forza della vita”, quel
linguaggio poetico, simbolico di forza attiva che indica la positività
dell’essere e della sua luce, quella proiezione “spirituale” che sempre
sorregge e guida l’atto creativo.
Linguaggio poetico avulso dal disorientamento quotidiano a cui hanno teso
movimenti artistici autodistruttivi e, al tempo stesso, lontano da ogni
concezione di arte come consolazione o catarsi, impulso ludico o
giustificazione di sé.
C’è bisogno di riprendere il contatto con la storia dell’arte,
riposizionandoci sui blocchi di partenza degli artisti del primo novecento,
come Kandinsky, Larionov, Malevič .
E con questo, ribadire il primato della pittura su ogni altra espressione
artistica.
Nella convinzione che pittura e storia dell’uomo si siano alimentati
attraverso poderosi e innumerevoli mutazioni di toni, esperienze, percorsi
espressivi, necessità di ricerca.
E’ necessario ritornare ai gesti primordiali attraverso cui nascevano la
comunicazione e l’espressione delle emozioni, cioè, ai gesti elementari ed
essenziali per esprimere attese e derive, propositi e contraddizioni.
Risvegliare i pensieri alle idee “forti”, ai valori fondanti dell’uomo e
delle sue aggregazioni, superando un secolo di tensioni ideali, culturali,
artistici, ma anche di degenerazioni riassuntive che nulla hanno in comune
con lo “spirito” della pittura e della sua vita universale.
La lunga stagione delle “perversioni” artistiche non può trovare futuro
nel secolo che si apre, nel momento in cui si afferma la necessità di
riconsegnare all’uomo la vita e le sue interiori pulsazioni, risollevata dai
conflitti come ideale e dalle conseguenti sofferenze.
L’artista dovrà riprendere, in modo più nuovo e più visionario, la strada
dei sentimenti “forti” che ristagnano al centro del “cromatismo” della vita,
nella molteplice caratterizzazione dell’ambiguità e delle allusioni.
Non più “minimalismi” delicati, inespressive atmosfere senza segno-sogno,
ma elaborazioni degne di grandi emozioni.
La nuova arte pittorica, che chiameremo “Cromatismo Ermetico ”, deve
esprimersi attraverso un coinvolgimento maggiore nel colore e una atmosfera
visionaria e intrigante, proprio per tenere più tesa e più viva la speranza
e l’attesa dell’uomo.
Quest’arte non prescinde dalla individualità espressiva e dalla
soggettività dei percorsi creativi.
Anzi, esalta i valori universali dell’individuo e ne ritrae tutte le
feconde intuizioni.
Si vuole il trionfo del colore sopra la mistificante rappresentazione del
“gesto d’arte”.
L’arte, così come la si propone, deve esprimersi prevalentemente con
l’incursione dialettica del colore, deve accendere e scuotere la profondità
delle emozioni dell’uomo, deve saper parlare il linguaggio
dell’inquietudine, del dolore, della gioia, ma lo deve fare con un
soprassalto di speranza e di coinvolgimento, senza alzare argini per
contenere artificiosamente disagio, spaesamento, disorientamento.
L’arte può e deve riassumere il futuro dell’uomo tutto dentro il segno
della vita.
Con questa poetica ci si propone di risvegliare la capacità di cogliere
nei fatti della vita, nella vita stessa, l’elemento ideale che è racchiuso
nel colore e che rende possibile infinite espressioni d’arte e di esperienze
umane.
Il colore rende visibili i balbettii della realtà, delle cose, perfino le
idee degli uomini, e la dialettica del colore è l’espressione più alta del
linguaggio artistico, dell’ideale e dei valori interiori degli uomini.
Devono parlare i suoni interiori dei colori, in modo che essi siano i
cardini principali dell’orientamento creativo e che posseggano forza
profetica per gli ideali e i valori degli uomini.
Cromatismo e ricerca interiore devono rappresentare l’autentico movimento
della coscienza.
Il movimento “Cromatismo Ermetico ” nasce a Grožnjan (HR), “paese degli
artisti”, crogiolo di libere coscienze dalle quali far scaturire una nuova,
misteriosa forza “visionaria”.
Il Movimento “CROMATISMO ERMETICO ” è stato ideato e fondato da Pino
Bonanno e presentato ufficialmente la notte di S. Silvestro-1/1/2000 a
Stridone (HR), presso la Taverna “Pietra Pelosa”.